Blog
presentazione e recensione
02.02.2015 22:50venerdì 27 febbraio alle ore 17, nella sede centrale della Banca della Maremma, Corso Carducci 14, ci sarà la presentazione della mia raccolta di poesie, dal titolo 'Non lasciate che uccidano i poeti'. Relatrice, ovviamente, la professoressa Letizia Stammati.
RECENSIONE DEL 2 FEBBRAIO 2015, DA www.aphorism.it
È vento di libeccio, caldo e sabbioso ma anche umido e messaggero di pioggia, o vento di maestrale, freddo e portatore di mareggiate il verso libero che ti solleva e ti conduce in sospensione di pensieri tra anfratti ed imperscrutabili fenditure, ataviche ignote profondità dove luce e respiro hanno vita propria nella poesia, nella sensibilità del poeta. È la poetica dell'ascolto del silenzio (ovvero, bisogno di poesia) quella di Stefano Colli, alla sua prima raccolta con "Non lasciate che uccidano i poeti", una silloge di cinquanta liriche inserita nella Collana di poesia "Anamorfosi" Edizioni Tracce, che vivono di ispirazione del silenzio della notte. Questo poeta toscano, amante ed insegnante di filosofia padroneggia il verso quale esperto prodiere che ama e teme il mare quando il vento la fa da padrone: "Ho sempre ascoltato il canto del mare/ quell'andarsene a spasso per il mondo/ ...Il mare mi rese poeta/ e per questo lo ringrazio". Ed ecco la poesia immergersi, infrangersi per poi volare, spaziare tra "Incanto di Donna" in versi sciolti che incarnano sensuali, ambite emozioni e "Nudo come la notte" ("Immagino il tuo corpo di ventenne/... /Scrivo questi versi prima che fuggano/ come desideri mossi dal vento").
Diviene inno, quasi preghiera, mancato respiro la poesia, quando è "Il colore della vita" e "assai più gelido è l'attimo/ che ti risucchia nell'ignoto". Bellissima ed inquietante lirica con la quale il poeta Colli dà voce a chi non sarà mai dato gioire del prodigioso incanto del nascere ma ecco che con la poesia "vivrà", protagonista eterno, quasi a voler rendere giustizia, leggerezza ai suoi affanni e nella chiusa colpisce ed affonda, l'eterno rimorso: "Leggero è il silenzio/ dei miei affanni, troppo pesante la zavorra/ di chi ha giocato a dadi con la vita". Il poeta descrive il suo tempo: storie, accadimenti, problemi sociali, e lo fa attraverso "un vizio assurdo": "La poesia è il tuo vizio, assurdo/ in un'epoca la cui essenza/ è rumore:camaleonte dei nostri tempi,/ penetri l'identico in varietà multiformi". Il poeta la ama, la poesia, per lui è vita; se così non fosse la pioggia non avrebbe parole: "Non fa rumore/ la pioggia quando bussa/ con le sue parole fradice di terra". È ricorrente la pioggia, nella poesia del Colli, quasi a voler lavare le impurità della Terra. Ed ecco il poeta attingere ai tramonti sul mare ("Ammirare il mare verso sera/ è sfogliare le pagine dell'ignoto"), ai silenzi della notte ("Nel silenzio della notte o quando/l abili ombre accenna la sera/ si dice che nasca una poesia"), alle tinte dell'autunno ("L'alloro può solo attendere/ la solenne pietà dell'incipiente/ autunno. E placida veglia la luna") per far giungere al lettore profumi, colori. E il poeta sa anche come far riaffiorare l'attimo nel rievocare tragici eventi con la pietà della parola nelle poesie "dedicate" a: Yara Gambirasio in "Sorriso di Bambina"; alle vittime della strage alla stazione di Bologna e alle loro famiglie in "2 Agosto, ore 10.25"; ed ancora a Marco Simoncelli in "Eppure Correvamo Felici"; alle vittime della Shoah in "Il Fornaio di Dachau"; a Pier Paolo Pasolini in "Non lasciate che uccidano i poeti", l'intensa lirica che lancia un grido al mondo ("Non lasciate che vincano i rimpianti/ finché il futuro donerà domande/ libere dalla boria dei profeti").
C'è un affascinante viaggio da percorrere tra le pagine della poesia e Stefano Colli ci accompagna con le parole che "scrutano gli occhi della notte/ e fanno rumore quando sfidano la luna/ che sbircia discreta i nostri sogni".
RECENSIONE 'CAFFE' GOYA'
14.08.2014 12:1712Aug
"Qualcosa di insolito" - Stefano Colli
Pubblicato da Caffe Goya
Di insolito la trama di questo romanzo del mistero ha tutti gli elementi , imprevedibili, ma soprattutto fantasiosi, grotteschi e noir al tempo stesso.
Sulla scia dell’ispirazione del capolavoro di M.Bulgakov “Il maestro e Margherita” di cui contiene una bella citazione in apertura, lo scrittore Stefano Colli avvicina la sua penna maggiormente ai romanzi di Allan Poe in cui trama psicologica, thriller e mistero si fondono in un unicum indissolubile. La storia, di cui vivamente consigliamo la lettura per il discostarsi dalle solite letture di evasione tipiche del genere impropriamente definito “giallo”, si dipana tra quattro stadi incastrati uno dentro l’altro, ma singolari e originali nella visione di scene cinematografiche, e nell’eterno scontro tra bene e male, con quell’originalità di stile e contenuti colti ed enigmatici.
Il conte Woyacek e il commissario Boranga, capo della squadra omicidi di Grosseto, sono i protagonisti di vicende e indagini che attraversano la Maremma, Catania, Londra, Stonehenge e altre località non prive di altrettanto fascino, che fanno da sfondo all’intreccio di una trama davvero “insolita”.
La vicenda inizia con la partenza in treno di alcune persone risvegliatesi dal sonno eterno, che verso una destinazione sconosciuta, sono destinate ad incontrarsi in un castello dove uno strano conte è pronto ad offrir loro una nuova vita, purchè il superamento di alcune prove consenta agli ignari soggetti di portare a termine il loro progetto di vita, accettando da un lato le debolezze e al contempo evitando di ripetere gli errori comuni di tutte le esistenze.
Lo stile è senza dubbio denso di originali percorsi con risvolti psicologici inaspettati, attraverso i quali le vite di queste persone dovranno passare,in presenza di elementi al di fuori di ogni comune sentire.
Per non svelare troppo dell’intreccio, diremo che la lettura scorre piacevolmente fluida anche per l’interesse che crea la descrizione, sullo sfondo, di una società, la nostra, mai priva di contraddizioni, ma esaminata attraverso dettagli ricchi di sfumature antropologiche, filosofiche, storiche che vanno al di là dei territori di cui parla e accomunano i lettori di ogni dove.
L’ironia del personaggio di Kasper, un gatto nero speciale, è un altro elemento che ammalia e coinvolge in una lettura e una trama che resta sospesa si tra mistero e luce, ma avvolge per primo lo spettatore, il quale, come fosse a teatro, dove le riflessioni accompagnano la visione delle immagini, si chiede : ma ad ogni errore c’è poi un rimedio ?
La soluzione non è chiara e limpida, gli ingredienti a tratti scabrosi, oscuri e surreali condiscono questo lavoro per non lasciar nulla al caso, ma neanche all’ovvio delle facili interpretazioni.
Troviamo, in realtà, due piani di lettura su cui procedere: quello della storia, con fatti e accadimenti continui a cui prestare attenzione, e un altro, più mistico, surreale, o meglio scavato nel profondo, in cui ci sono dettagli su cui riflettere perché comuni alle esistenze di noi tutti, il coesistere di due piani che in molte vite di oggi, spesso si ignorano, ma sono radicati e presenti.
E noi ci ritroviamo avvolti, ammirati e carichi di suggestioni emotive discese negli strati più oscuri del nostro essere.
Il vero fine, e l’utile, di ogni lettura che sappia davvero arricchire lo spirito.
La redazione di Caffegoya
Stefano Colli è nato e vive a Grosseto. Filosofo di formazione, insegna al liceo scientifico. Oltre che alcune poesie pubblicate sul sito www.aphorism.it, ha già al suo attivo il romanzoL’estate di Emma (Europa Edizioni). Questo ultimo lavoro è pubblicato da I libri di Emil.
12Aug
premio san domenichino
22.07.2014 21:34Ieri ho ricevuto la seguente comunicazione:
Oggetto: Comunicazione di
“Assegnazione premio” Allo Scrittore
STEFANO COLLI
Con la presente, si comunica che la giuria del “Premio letterario di Poesia e Narrativa San Domenichino- Città di Massa 2014 – edizione n° 55”, Le ha assegnato il seguente riconoscimento:
8° CLASSIFICATO Sez. “F”-PREMIO SPECIALE- “DIPLOMA D’ONORE” - per l’opera:
“ QUALCOSA DI INSOLITO”
I personaggi sentitamente ringraziano ...
RECENSIONE APHORISM
27.05.2014 19:16Ecco la recensione della redazione di 'aphorism' su 'QUALCOSA DI INSOLITO'
Qualcosa di insolito
editore: I libri di Emil
pagine: 304
prezzo: 14.45 €
Un romanzo magistrale questo del filosofo Stefano Colli, strutturato in quattro parti tra loro ben coese. Un thriller psicologico, in cui si fa ampio, esplicito e opportuno riferimento ai meccanismi psichici che ci dominano a nostra insaputa, vista la presenza invasiva di un inconscio che determina il nostro destino, i nostri lapsus e atti mancati.
Azzeccatissimo il titolo, perché, come si ribadisce più volte, la vita non si capisce e capitano le circostanze più variegate e insolite appunto che scompensano gli equilibri costruiti per una vita. Il romanzo è strutturato come una matriosca con un plot intrigante, avvincente e pieno di sorprese, con un intreccio superbo tra finzione e realtà. Ci troviamo di fronte ad una serie di misteri che restano tali, aperti a più interpretazioni, come la vita stessa che non si lascia definire. Pirandellianamente ciascun personaggio si fa interprete della sua verità che sembra urtare con la realtà (?) dei fatti e con il punto di vista degli altri. Emerge un’impostazione alla Heidegger per cui la vita è una nostra rappresentazione, soggettivamente interpretata e non esiste una realtà oggettiva kantiana che ci possa supportare nel nostro peregrinare su questa terra. L’intreccio inizia con la partenza di taluni personaggi, ridestati dalla morte, che vengono condotti nel castello di Cromeniz, tra Brno e Olumouc, dove li attende un misterioso uomo, forte e potente, che promette loro di riavere una forma di vita, stante la capacità di superare prove che consistono nell’accoglimento delle loro fragilità, dalla cui consapevolezza ripartire per proiettarsi in nuove forme di esistenza. Non a caso ciascun personaggio deve leggere un testo di una tragedia greca che rappresenta la peculiarità dell’indole di ciascuno. Si tratta anche di un romanzo impietoso, come quello di un filosofo platonico, che inchioda ciascuno al suo sé, alla consapevolezza del dàimon che lo agita, lo guida, ma lo fa anche smarrire. Per cui il romanzo, mentre diverte, nel senso etimologico, di farci uscire dalla monotonia del quotidiano e della via maestra, inquieta non poco perché costringe anche il lettore a porsi dinanzi lo specchio delle sue insicurezze, perversioni, aberrazioni mentali.
Come ben si dice nella quarta di copertina, "il romanzo è l’analisi impietosa della nostra società…" attraverso soprattutto il punto di vista scanzonato e sagace del gatto Kasper, il quale pone ciascuno di fronte ad una amara verità freudiana: siamo rimozione delle nostre pulsioni nascoste con le quali non si può fare a meno di fare i conti, perché è la vita a chiedere il redde rationem. La parte oscura, inconscia, afferisce non solo ai singoli individui, ma alla società tutta, che annaspa cercando di dimenticare e rimuovere ciò che in verità è.
Ho volutamente accennato brevemente alla trama, perché trattasi di thriller che non va svelato in una recensione, ho sottolineato soprattutto il fine impianto psicologico, degno del testo freudiano Psicopatologia della vita quotidiana, accanto alla scorrevolezza ed eleganza di uno stile consono alla tipologia di romanzo, ma al contempo presente con taluni significativi squarci lirici.
Un libro per tutti, ma soprattutto per chi ama perdersi dentro una storia senza soluzione, metafora della vita, attraverso un registro linguistico sicuramente mimetico e gradevole.
recensione di Giovanna Albi
·
·
Commenti
recensione qlibri
14.04.2014 19:57Inserisco qui la recensione ddella redazione di qlibri:
RECENSIONE DELLA REDAZIONE QLIBRI

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 2014
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
THE MISTERY OF DEVIL...
Si tratta di un libro piacevolissimo e intrigante ispirato al capolavoro di M. Bulgakov"Il maestro e Margherita": infatti si apre con una citazione estrapolata appunto dallo stesso.
Non esiste titolo più appropriato "Qualcosa di insolito" perchè è effettivamente una vicenda insolita, accattivante e inquietante...intrisa di misteri che anche alla fine rimangono tali, non saziando completamente la sete del lettore che non riesce a comprendere in pieno il senso del groviglio della storia.
Giallo psicologico e thriller misterioso, noir che riesce in alcuni punti anche ad essere spaventoso e intrigante, si presta bene a infinite interpretazioni anche perchè non esiste una verità sicura e definita; però forse è in questo che si cela il fascino occulto del libro.
La vicenda inizia con la partenza di alcune persone che destate dalla morte, vengono attirate in un castello dove uno strano personaggio, potente ed enigmatico, offre loro una nuova possibilità di vita, se riusciranno a superare alcune prove che consistono nell'accettazione delle loro debolezze e nel saper gestire la loro esistenza in un modo più dignitoso e utile....senza ripetere gli errori del passato.
Dopo la prova di cui l'esito rimane nebuloso e avvolto nel mistero, la storia si snoda intorno ad altre figure: un professore, musicisti e la vita di provincia di un anomalo, commissario anche lui diverso dai suoi simili che si trova immerso nella risoluzione di una serie di omicidi inusuali e avvolti nel mistero....
Lo scontro tra il commissario e il suo enigmatico antagonista rappresenta il senso più profondo di questa storia: tra luce e oscurità rivela tutti i vizi, le debolezze del genere umano, intento a lottare quotidianamente con i suoi demoni...e non sempre rivolto verso la luce.
Consiglio questo libro a coloro che come me sono appassionati di storie del mistero.
Sicuramente ne rimarranno affascinati. Ho apprezzato questo libro anche per la sua originalità che provaca inquietudine, ma che solletica curiosità e interesse.
Saluti.
Ginseng666
INDICAZIONI UTILI
ALTRI LIBRI DELLO STESSO AUTORE
LETTORI CON QUESTO LIBRO IN BIBLIOTECA
RECENSIONE DELLA REDAZIONE QLIBRI

Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 2014
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
THE MISTERY OF DEVIL...
Si tratta di un libro piacevolissimo e intrigante ispirato al capolavoro di M. Bulgakov"Il maestro e Margherita": infatti si apre con una citazione estrapolata appunto dallo stesso.
Non esiste titolo più appropriato "Qualcosa di insolito" perchè è effettivamente una vicenda insolita, accattivante e inquietante...intrisa di misteri che anche alla fine rimangono tali, non saziando completamente la sete del lettore che non riesce a comprendere in pieno il senso del groviglio della storia.
Giallo psicologico e thriller misterioso, noir che riesce in alcuni punti anche ad essere spaventoso e intrigante, si presta bene a infinite interpretazioni anche perchè non esiste una verità sicura e definita; però forse è in questo che si cela il fascino occulto del libro.
La vicenda inizia con la partenza di alcune persone che destate dalla morte, vengono attirate in un castello dove uno strano personaggio, potente ed enigmatico, offre loro una nuova possibilità di vita, se riusciranno a superare alcune prove che consistono nell'accettazione delle loro debolezze e nel saper gestire la loro esistenza in un modo più dignitoso e utile....senza ripetere gli errori del passato.
Dopo la prova di cui l'esito rimane nebuloso e avvolto nel mistero, la storia si snoda intorno ad altre figure: un professore, musicisti e la vita di provincia di un anomalo, commissario anche lui diverso dai suoi simili che si trova immerso nella risoluzione di una serie di omicidi inusuali e avvolti nel mistero....
Lo scontro tra il commissario e il suo enigmatico antagonista rappresenta il senso più profondo di questa storia: tra luce e oscurità rivela tutti i vizi, le debolezze del genere umano, intento a lottare quotidianamente con i suoi demoni...e non sempre rivolto verso la luce.
Consiglio questo libro a coloro che come me sono appassionati di storie del mistero.
Sicuramente ne rimarranno affascinati. Ho apprezzato questo libro anche per la sua originalità che provaca inquietudine, ma che solletica curiosità e interesse.
Saluti.
Ginseng666
INDICAZIONI UTILI
ALTRI LIBRI DELLO STESSO AUTORE
LETTORI CON QUESTO LIBRO IN BIBLIOTECA
ANTEPRIMA 'QUALCOSA DI INSOLITO'
13.02.2014 19:26anteprima nuovo romanzo
15.12.2013 17:02Sta arrivando ... una forza tremenda e primordiale, che con il suo fascino ammaliante seduce le sue vittime, mettendo a nudo il retroterra oscuro e inconfessabile alla base delle loro vite, specchio della nostra civiltà, che da sempre tendiamo a occultare o rimuovere. Un giallo psicologico inquietante e ironico al tempo stesso, un thriller fantastico che si snoda come le scatole cinesi, che vi terrà sulle spine fino esito finale e vi inchioderà sul testo fino all'ultima pagina.
QUALCOSA DI INSOLITO, I libri di Emil edizioni, Bologna: il nuovo romanzo di Stefano Colli, a marzo in libreria.
"Sofia, accomodati. Prego, da questa parte. Il gioco sta per cominciare ... ah ah ah!"
E tu, hai voglia di giocare?
Vi aspetto...
RECENSIONE Q.LIBRI
08.12.2013 22:32Un romanzo sull'anticonformismo
A colpirmi sin dalle prime pagine è stata l'incoerenza del protagonista, palese soprattutto quando dichiara la propria avversione nei confronti di chi lo giudica superficialmente per poi sparare a zero un po' su tutti, in una continua contrapposizione me/gli altri; questi ultimi, poi, raggruppati in categorie (le assistenti sociali sono in un certo modo; chi va in discoteca anche; chi sta su Facebook; etc). Ad esempio, Cristiano detesta chi lo giudica per il suo abbigliamento. Giustissimo. Peccato, però, che subito dopo definisca "ridicoli" gli uomini che indossano il pinocchietto. O ancora: rimprovera gli psicologi di ridurre tutto al binomio cibo/sesso per poi, in occasione dell'amplesso con Veronica, fare lo stesso. Tendenzialmente misantropo e propenso alle generalizzazioni, Cristiano si è guadagnato la mia iniziale antipatia. Iniziale, preciso, perché l'autore, devo dire, sa scrivere bene (un solo scivolone: "più infimo"). E salva il romanzo nel migliore dei modi. Colli, infatti, ha una dote alquanto rara nella narrativa italiana: cura con sapienza lo stile, affronta temi non banali, riesce a mantenere desta l'attenzione del lettore, calibra bene il ritmo della scrittura allo scorrere degli eventi e sa davvero far "vivere" la filosofia tra le pagine di un romanzo, a differenza di altri autori osannati che imbastiscono i loro lavori su nozioni "filosofiche" facilmente rintracciabili sui bigliettini dei Baci Perugina.
Altro merito dell'autore è quello di aver disegnato un personaggio davvero fuori dagli schemi con l'anticonformista Emma, emblema degli emarginati che cercano un riscatto in questo romanzo, una donna ribelle che affronta le avversità della vita con un mix di dignità, candore e orgoglio.
Insomma, una lettura insolita, che affronta temi su cui dovremmo riflettere tutti; in primis, quello della non laicità dello Stato italiano, una questione ben sviscerata da Colli attraverso un Cristiano particolarmente ispirato.
Indicazioni utili
Lettura consigliata
sì
RECENSIONE APHORISM
08.12.2013 22:30"Scusi, vado bene per la Senese?”: una semplice domanda si insinua all’improvviso nelle sommesse meditazioni solipsistiche di Cristiano, urologo senese alla soglia dei quarant’anni, in fuga da una vita incasellata tra doveri, sensi di colpa e aspettative altrui.
A chiamarlo a gran voce, dai margini della vita e di una sera toscana, è la più improbabile delle donne che il giovane avrebbe potuto incontrare sulla sua strada, già messa a dura prova da figure femminili ben poco stimolanti.
Emma è una persona dall’aspetto bizzarro e dai discorsi talvolta confusi, tali da innescare una prima reazione di malcelato fastidio. Ma una volta lontano, al sicuro dal confronto, Cristiano ripenserà a quella strana congerie di spontaneità, affetto disinteressato e gesti avventati, e si renderà conto quanto, in realtà, le parole della donna lasciassero trasparire intelligenza, umanità e sensibilità non comuni, di gran lunga superiori rispetto a tante altre persone definite “normali”.
Cristiano conosce Emma all’inizio di un’estate difficile, costellata di riti, incontri, abbandoni che solo l'amata filosofia gli consente di affrontare con un sano distacco; l’evento si rivelerà un elemento determinante per consentirgli di dare una svolta alla propria esistenza e diventare, finalmente, un adulto consapevole e appagato dalla vita.
Nel bel romanzo di Stefano Colli, dove trovano spazio riflessioni profonde sulla società, la natura degli uomini, la capacità dell’uomo di agire sul proprio destino, i personaggi ruotano come nuvole rapide intorno al protagonista, deciso a conquistarsi una vera indipendenza a costo della placida quiete riservata a chi si accontenta di camminare sulla strada segnata.
Sullo sfondo della vicenda si stagliano meravigliosi scorci di paesaggi toscani che l’autore dipinge con stile sapiente: Siena, con le suggestive atmosfere contradaiole, Grosseto, antica città a misura d’uomo, e Castiglione della Pescaia, il buen retiro sul mare, luoghi cari, ben noti a Cristiano, che però, dopo l’estate di Emma, assumeranno tutto un altro sapore.
recensione di Maria Teresa Di Sarcina
Primo blog
24.10.2013 22:58Per cominciare, una poesia scritta qualche tempo fa e il primo capitolo de 'L'estate di Emma' (per chi non l'avesse letto).
Quell’andarsene a spasso per il mondo
Ho sempre ascoltato il canto del mare
quell’andarsene a spasso per il mondo
l’alterno mormorio delle sue onde
che sfida il concerto delle stelle.
Bizzarria della vita
che io non sappia nuotare
forse relitto del trauma amniotico
o magari consapevole
che già in terraferma fatico a respirare
ma per questa malattia non esiste antibiotico.
Il mare mi rese poeta
e per questo lo ringrazio
in entrambi la superficie nasconde
il sale antico dei ricordi. Alla commedia
del mondo assiste indomito il suo canto,
delle note di un coro stonato
ride la sua danza brindando alla luna.
Un gabbiano scruta a riva l’orizzonte
incuriosito dalle gesta dei bagnanti.
Poi vola via, lontano
dai naufraghi di una terra inferocita.
Il suo volo è l’unica poesia
che rima libera con il respiro del mare.
Il vero naufragio si sconta vivendo
qui, dove l’acqua risplende
e la terra attende un altro inizio.
L'ESTATE DI EMMA
“ I personaggi del mio romanzo sono le mie proprie possibilità che non si sono realizzate. Per questo voglio bene a tutti allo stesso modo e tutti allo stesso modo mi spaventano: ciascuno di essi ha superato un confine che io ho solo aggirato.”
(Milan Kundera, L’insostenibile leggerezza dell’essere)
I
Verso sera, quando si dileguano gli inganni del giorno e le prime lingue di oscurità si impossessano delle nostre vite, l’esistenza assume un volto diverso, più accettabile. L’ho sempre pensato. A maggior ragione adesso, che tra un mese compirò quarant’anni. Il calice va sorseggiato lentamente, fino in fondo e quando assapori quel retro gusto amaro della malinconia, ecco, hai vinto. Nel senso che puoi anche averlo preso in quel posto, ma almeno lo sai, ne sei consapevole. In tali frangenti, fare un piccolo bilancio della propria vita diventa quasi fisiologico. Lontano dai clamori, dal rumore che penetra nelle nostre vite come un arsenico, dalle mille rotture quotidiane e dalle ... fidanzate. Guardate qui, che spettacolo. Il mare, questo alieno minaccioso e indecifrabile. Francamente, mi ha sempre inquietato ma al contempo affascinato. D’altra parte, mica è colpa mia se ho la tendenza a fiondarmi a pesce verso tutto ciò che, a prima vista, così a pelle, potrebbe procurarmi guai. Forse aveva ragione Ylenia, quando mi diceva: “Lo vedi, eh, che sei strano! E io che non ci volevo credere …”. Beh, in fondo in fondo deve essere vero; anche perché, se non fossi stato strano, non mi sarei confuso con lei … e poi a dirle che ero strano chi era? Quel bottino della sua amica, come si chiamava, ah sì, Gilda. Anche il nome da puttanone aveva … forse, se non fossi stato strano, avrei assecondato il mio impulso e la mia passione per la filosofia, invece di iscrivermi a medicina. Certo, avrei rischiato la precarietà, mentre ora quanto meno sono un medico piuttosto sistemato, come si dice oggi. Sono un urologo, con specializzazione in andrologia. Del resto, non è che il mio ex compagno di classe, Anselmo Giorgini, laureato in lettere con 110 e lode, se la passi molto bene. Fa il cameriere a Londra, tra un master e l’altro. Bella roba … io avrò anche strisciato davanti ad emeriti rotti in culo, vecchi bavosi e oltretutto becchi, ma quanto meno adesso posso dire di essermi guadagnato la tranquillità. Come quella del mare, appunto. Quando il cielo screziato d’argento nasconde gli ultimi raggi del sole, il riflesso delle onde sembra accarezzarti l’anima e riversare verso la battigia tutti i depositi che la corrente si porta dietro, discreta e insieme allusiva, come se volesse dirci: “ Ecco, fate come me, liberatevi degli affanni, anche se solo per poco. Domani il viaggio ricomincia, ma intanto godetevi l’aria serale, cullata dalla mareggiata. Sono il mare, specchio delle vostre inquietudini, anestetico dei vostri dolori”.
Purtroppo tutto ciò mi rende strano. E se questo accade con la persona con cui dovresti condividere il sale dei giorni da trascorrere insieme, beh, allora diventa dura. All’inizio, in realtà, il mio essere poeta, diceva lei, magari mi rendeva strano, ma quello strano che all’inizio piace alle donne (nel senso che è come loro): bizzarro ma non troppo, vagamente romantico ma non eccessivamente, il tutto accompagnato da quello charme invitante e insieme misterioso, tipico di chi vive di sensazioni, di vibrazioni nascoste e in realtà non c’ha un … dentro. No, quello sì, se non per le vibrazioni come si fa, visto che è una delle poche cose che interessano l’universo femminile … ma lasciamo perdere. Poi, dopo che alle vibrazioni, appunto, deve subentrare qualcos’altro, ecco i problemi: non ci sei mai (in realtà se fossi primario sarebbe stato anche peggio), non hai voglia di fare nuove esperienze, non vuoi viaggiare (dove oggi viaggiare significa: andare all’estero, fuori dall’Europa, a sentire il gusto dell’esotico e magari il puzzo di piedi e prenderti chissà quale virus). Quando le cose non vanno più come una volta, ci si dimentica dei lati positivi, di quanto hai costruito insieme, di ciò che è stato insomma. Ecco, le donne sono prive di memoria storica. L’ho detto. Sembra che conti solo l’immediatezza del presente (con le vibrazioni) e i progetti per il futuro (con i viaggi). Quello che è stato … mica eri te. Magari un sosia. Allora scappa fuori che poi anche a letto, in fondo … Qui è meglio tacere, la volgarità mi ha sempre infastidito. Pur avendomi lasciato lei, sono stato io ad averla messa con le spalle al muro, portando la situazione ad un punto di non ritorno. Ho preferito comportarmi così, prima di essere ferito a morte e che questo rapporto diventasse un calvario. Tanto lei si consolerà presto. Con qualcuno che la porti in India o a Sumatra. Io preferisco questo spettacolo. Lo sciabordìo lento del mare. E questa calma irreale, quasi metafisica. Per dimenticare. Anche solo per un’ora. Per sopravvivere.
Tag
La lista dei tag è vuota.